La farina di grano è oggi l’ingrediente più usato nei prodotti che fanno parte della nostra alimentazione giornaliera: pane, pasta, pizza, dolci, panini, biscotti e tanti altri prodotti sono fatti a base di farina di grano. Questi prodotti li mangiamo praticamente in ogni momento della giornata, senza purtroppo sapere che il loro consumo in quantità così elevate ha delle ripercussioni molto negative sul nostro organismo, qui di seguito elencheremo alcuni dei motivi per i quali è bene imparare a cucinare anche senza farina.
Ecco i principali motivi per cui è meglio diminuire drasticamente il consumo farina di grano:
1. Fa ingrassare
Mangiare farina di grano equivale a mangiare zucchero
La farina di grano consiste principalmente di carboidrati semplici che vengono convertiti dal nostro corpo in glucosio, che altro non è che zucchero. Siccome i carboidrati della farina di grano hanno una struttura semplice, il nostro organismo li trasforma molto rapidamente in zuccheri.
Lo zucchero ha una proprietà fondamentale: può essere trasformato direttamente in energia senza essere digerito. Quindi dopo aver mangiato un piatto di pasta forniamo al nostro corpo una grande quantità di zuccheri che vengono trasformati velocemente in energia. Questo può essere un vantaggio se si deve fare molto lavoro fisico, come ad esempio i contadini o se si deve giocare una partita di calcio o correre una mezza maratona. Invece, dopo aver mangiato un piatto di pasta ci sediamo alla scrivania a lavorare o sul divano a guardare la tv. Di conseguenza il nostro corpo ha un surplus di energia che non può bruciare, che mette quindi da parte come ha imparato in decine di migliaia di anni di evoluzione per sopravvivere. Quest’energia viene quindi immagazzinata sotto forma di grassi nelle nostre cellule.
Mangiare farina di grano ci rende più affamati
Il consumo di farina di grano, essendo principalmente composta da carboidrati semplici, quindi zuccheri, gioca un ruolo fondamentale nella secrezione dell’insulina nel nostro corpo.
L‘insulina è un ormone che ha il compito di controllare il livello di zuccheri nel sangue: se livello aumenta il nostro organismo produce insulina che interviene togliendolo dal sangue e immagazzinandolo nelle nostre cellule (per capirci : così si forma il grasso nel girovita). L’insulina, ogni volta che deve agire per diminuire i livelli di zuccheri nel sangue, non si ferma una volta che ha tolto lo zucchero che abbiamo mangiato col piatto di pasta, ma ne toglie ancora di più. Questo fa sì che circa due ore dopo un pasto del genere abbiamo nuovamente fame soprattutto di qualcosa di dolce: l’insulina che si è messa in moto per “colpa” del piatto di pasta, è la stessa responsabile della fame di zuccheri che abbiamo qualche ora dopo un piatto di pasta.
La farina di grano quindi, non solo fornisce più energia di quella di cui abbiamo bisogno, ma è responsabile di ingannarci e farci tornare la fame qualche ora dopo il pasto anche se il nostro corpo non ha bisogno di ulteriori calorie.
2. Fa ammalare
Stimolare l’insulina in modo eccessivo causa Diabete
La secrezione costante e in grandi quantità di insulina, oltre a provocare ulteriore fame e creare un circolo vizioso ha altre conseguenze anche più gravi. La troppa secrezione di insulina, a lungo andare, fa sì che il nostro corpo diventi sempre più resistente alla stessa: l’insulina che genera il nostro corpo non basta più a eliminare gli zuccheri in eccesso nel sangue, ecco che si crea la necessità di iniezioni di insulina: a questo punto ci si è ammalati di Diabete di tipo 2, ovvero quello alimentare.
Il glutine nella farina causa malattie autoimmuni come la celiachia
Il nostro corpo non è attrezzato per consumare grandi quantità di glutine. La conseguenza: molte persone oggi sono malate di celiachia, o intolleranza al glutine. Questa malattia genera infiammazioni nell’intestino tenue che danneggiano la digestione.
Normalmente chi si ammala di celiachia, dopo un pasto ricco di cibi composti da glutine, soffre di diarrea, gonfiore addominale e dolori addominali. Attenzione però: anche se non si hanno questi sintomi, possiamo comunque avere leggere infiammazioni nell’intestino tenue. A lungo andare, queste leggere infiammazioni possono causare la cosiddettà permeabilità intestinale con la conseguenza che quelle sostanze che dovrebbero essere eliminate durante la digestione e andare nelle feci e nell’urina, sono adesso libere di entrare nel nostro organismo tramite le pareti infiammate dell’intestino. Il nostro corpo, riconoscendo queste sostanze come “nemiche” avverte il sistema immunitario, che per proteggerci genera anticorpi per distruggerle: ecco che ci si ammala di malattie autoimmuni.
3. E’ molto diverso da quello antico
La farina di grano che mangiamo oggi è molto diversa da quella che mangiavano i nostri nonni. Fin dagli anni 40 è in attività un processo di ottimizzazione del grano per rendelo il più resistente possibile alle diverse zone climatiche del pianeta (per approfondire leggi l’articolo sulla storia del grano). Quello che è iniziato come un processo per sconfiggere la fame in Pakistan, dove c’era bisogno di una produzione massiccia di grano per sfamare la crescente popolazione, è adesso solamente legato a risultati economici: più produzione, meno perdita di raccolto, equivalgono a maggiori esportazioni e maggiori guadagni.
Una cosa non è mai stata tenuta sotto controllo: l’effetto che hanno questi nuovi tipi di grano più ottimizzati, e il loro sempre più largo consumo a livello giornaliero, sul corpo umano.
Una cosa è certa, hanno sempre meno nutrienti e contengono una quantità 10 volte maggiore di glutine rispetto ai tipi originali di grano. Degli studi infatti, sostengono che 50 anni fa la farina di grano conteneva solo il 5% di glutine, mentre quella di oggi ne contiene ben sopra il 50%. Si può quindi affermare che il grano di oggi non ha niente a che fare con quello di 50 anni fa.
Bene, ben detto. Aggiungo che farsi il pane in casa, che sia digeribile e buono, è una vera impresa; e resta il fatto che la nostra alimentazione può continuare ad essere sbilanciata sui cereali e il cibo cotto. Non ci siamo evoluti come “Primati cerealicoli”( le granaglie sono cibo per uccelli) Una delle possibili soluzioni è sostituire il pane con la polenta cotta come una torta, al forno, e tagliandola in fette. Salute a tutti, Alessandro Regoli
Hai perfettamente ragione, ci sono tante alternative valide e se solo si provano già dopo una settimana si scopre quanto si sta meglio anche senza essere celiaci!